Avvento 2011
Carissime sorelle e giovani in formazione,
siamo alla fine di quel “pellegrinaggio” che si è snodato lungo gli itinerari segnati dalla Parola, gli eventi, i giorni dell’anno liturgico. L’Avvento è alle porte.
Nello scorrere del tempo e nel rapido alternarsi dei cicli liturgici, rischiamo – noi, come tutti i credenti – di perderne di vista il senso. Succede anche per l’Avvento, tempo della memoria, dell’invocazione e dell’attesa del Signore che viene.
Ma quando e come viene il Signore? La risposta a questa domanda può aiutarci ad accogliere e a vivere in profondità il mistero dell’attesa.
Gesù Cristo, il Figlio del Padre venuto nella carne, è ormai per sempre l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Sotto questo profilo, non c’è dunque più niente da attendere In realtà, l’Avvento riguarda ogni cristiano, chiamato a “mettere al mondo” Dio, a renderlo visibile assumendo il suo stesso stile di vita, amando come lui ha fatto, facendo il bene (cfr. At 10,38).
Per questo i verbi dell’Avvento sono vigilare, vegliare (cfr. Mc 13,33-37). Nella notte del mondo, nella notte dei giorni presenti, la parola d’ordine è vigilare, cioè tenere gli occhi ben aperti, perché il Signore è in questa notte; la sua luce rende visibili i segni e i semi del bene nell’apparente vittoria del male. Dobbiamo vegliare, esercitando il potere che il “padrone di casa” ha lasciato ai suoi “servi”: il suo stesso potere, quello dell’amore, della misericordia, della solidarietà, del servizio.
Si tratta di restituire all’Avvento – parola che nella sua radice significa venire accanto, farsi vicino – la sua vera identità. Se camminiamo verso gli altri, il Signore viene. Se ci facciamo vicini agli altri, lui viene.
Lasciamo, sorelle, che la Parola di ogni giorno ci abiti e ci indichi la via per essere segno dell’amore di Dio in mezzo al suo popolo, così da tracciare «sentieri di speranza» nei contesti della vita di ogni giorno. Potranno aiutarci, in questo, i testi del sussidio Ti aspettiamo: vieni presto, Signore!, che, alla luce delle Costituzioni e del tema dell’Intercapitolo, evidenziano quegli elementi della “liturgia della settimana” che possono orientare l’itinerario da seguire.
Tra gli atteggiamenti da coltivare, individualmente e comunitariamente, ci vengono proposti il silenzio, «inteso come ascolto di Dio nelle sue diverse mediazioni», e la sobrietà, che è equilibrio e temperanza, distacco e libertà, ricerca dell’essenziale, responsabilità.
Nella particolare congiuntura storica ed economica che viviamo a livello mondiale dobbiamo noi per prime fare scelte decise di sobrietà, rinuncia, condivisione. Per rendere ancora più concreto questo impegno, vi invito quest’anno ad aiutare le sorelle della Thailandia coinvolte nelle violente inondazioni che hanno colpito il paese. Come sempre, potete inviare le vostre offerte all’economato generale che si incaricherà di farle pervenire alle interessate. Grazie fin da ora per la vostra generosità.
Carissime, quest’anno l’inizio dell’Avvento coincide con la festa del beato Giacomo Alberione. Invochiamo la sua intercessione perché, soprattutto in questo cammino di preparazione al Centenario della Famiglia Paolina, si realizzi quello che egli auspicava: «Questo tempo ci serva specialmente per chiedere al Signore che si ripeta la venuta, cioè l’Incarnazione del Figlio di Dio, ma nel mondo presente… Soprattutto chiedere che il Figlio di Dio venga a nascere nei nostri cuori, nelle nostre menti; ci trasformi, perché sta qui la redenzione di ognuno: diventare simili a Gesù Cristo: Conformes fieri imagini Filii sui» (Pr 2, p. 9).
Buon cammino d’Avvento in compagnia della Vergine dell’attesa, la discepola che, abitata dalla Parola, la riveste di carne per la vita del mondo.
Con affetto e gratitudine.
sr. M. Antonieta Bruscato
superiora generale