At 10,34.37-43; Sal 117; Col 3,1-4; Gv 20,1-9
Cristo è risorto! Alleluja!
«Cristo è risorto, è veramente risorto! Alleluja!».
Con queste semplici parole dei primi cristiani desidero augurarvi una Santa Pasqua, perché non si spenga mai in noi la luce della speranza e non venga meno il coraggio nella fede. Infatti, la Pasqua ci chiede di non mollare, di non retrocedere, di non arrenderci. Siamo chiamati a rispondere a chiunque ci chiede ragione della nostra speranza. Ognuno di noi è chiamato a immergere la propria vita nel mistero pasquale di passione, morte e risurrezione di Gesù. In questo grande dono viviamo l’esperienza di Dio che passa (significato della parola “pasqua”) ed è accanto agli uomini e alle donne proprio nel momento del limite umano. Possiamo spingerci oltre ogni limite, ma ci sarà sempre un limite invalicabile o una fine inevitabile. Dio è proprio lì! Non poteva donarci la vita se non avesse proprio Lui attraversato il limite supremo: la morte. Dove l’essere umano è costretto a fermarsi, Dio va oltre.
Nella liturgia della Veglia pasquale, quando la luce del Cero illumina la notte, queste parole risuonano in tutta la Chiesa:
Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte risorge vincitore dal sepolcro. O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà: per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio! Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace. O notte veramente gloriosa che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore (Preconio pasquale).
Non posso nascondervi che, ogni qualvolta rileggo questo passo del Preconio, avverto un brivido che mi scende lungo la schiena e sento una carezza sulla pelle dell’anima: chiudo gli occhi e mi lascio afferrare dalla forza sconvolgente e sublime dell’amore misericordioso di Dio, che non solo perdona il peccato ma ridona l’innocenza. È proprio cosi: Dio rialza dopo le cadute, ricostruisce dopo i crolli, apre il cuore dopo le chiusure, illumina gli occhi dopo le cataratte delle tenebre, dona forza e vigore dopo le fatiche e le sconfitte.
Per questo amo la Pasqua: perché ogni volta mi accorgo che Dio non si è stancato di me. Come vorrei tenere sempre in me il dono dell’innocenza restituita, la gioia di essere stato riscattato e liberato a prezzo della vita del Figlio. E resto senza parole, perché vorrei corrispondere nel miglior modo possibile… E comprendo che la vera Pasqua è lasciarsi abbracciare dall’amore di Dio: un amore che trasforma ogni nostro giorno in quel «primo giorno della settimana».
Santa Pasqua!
Salmo 117,23
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d’angolo;
ecco l’opera del Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.