Seconda domenica di Quaresima 2021

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Il Figlio amato
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Se Pietro preso dallo stupore, straparla, non certo va meglio agli altri due apostoli, che assistono all’anticipo di risurrezione che si consuma sul monte Tabor. Colui che il Padre ama, e che siamo chiamati ad ascoltare per seguirne le orme, apre uno squarcio nei cieli e, prima dello scandalo della passione dove si mostrerà irriconoscibile ai suoi, mostra loro, senza il velo dell’umanità, lo splendore della sua gloria. Ma i poveri occhi umani e la piccola comprensione dei discepoli, non riescono a comprendere la grandezza della speranza alla quale sono chiamati. E allibiti si domandano: cosa è mai la risurrezione?

Che speranza sarà mai?
O Cristo, che sei risorto,
che sei tornato vincitore
dalla battaglia contro la morte,
donami occhi per riconoscerti
nel condannato a morte,
nel crocifisso, nell’agonizzante,
per saperti riconoscere
quando apparirai
come Signore della gloria.
Amen.

Tratto dal libro Il Vangelo si fa strada di Roberta Vinerba, Paoline 2019.


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