Carissime sorelle,
l’anniversario della nascita al cielo di Maestra Tecla ci trova tutti gli anni riunite nel ricordo, nella preghiera, nel desiderio di imitarne la docilità alla volontà di Dio e il grande amore al Vangelo. A mano a mano che penetriamo nella sua vita, anche attraverso le molte lettere scritte alle sorelle (oltre diecimila), rimaniamo sempre più affascinate dalla sua semplicità e da quel calore umano che la rendevano vicina a ogni persona. Era, per la Prima Maestra, motivo di sofferenza non poter sempre rispondere alle lettere delle “figlie” sparse nel mondo o non rispondere abbastanza presto. Scriveva allora, con grande tenerezza, nella circolare interna: «Se non ricevete, non dite che vi ho dimenticate. No. Vi porto tutte nel cuore: ogni giorno vi raccomando al Signore e vi metto sotto il manto della Madonna» (VPC 112).
«… Vi penso sempre, vivo con voi, vi vedo, vi seguo, sono a voi unita, vi voglio tanto bene, desidero tanto vedervi, mi viene una grande voglia di partire per venirvi a trovare…»: sono le espressioni che prediligeva, insieme all’appuntamento che dava ad ognuna presso il tabernacolo: «Ai piedi del tabernacolo saremo sempre unite… ecco il convegno!».
Impegnativa e talvolta “faticosa” fu la collaborazione con il Fondatore. Le richiese fortezza morale e fisica, talvolta eroismo nell’affrontare e condurre il cammino della Congregazione, sempre carico di problemi e difficoltà. Ma l’esperienza della povertà non la scoraggiò mai; fu la luce che le permise di considerare, con consapevolezza e insieme con gioia, la propria impotenza e la potenza di Gesù. Annotava nei suoi taccuini: «Egli può tutto. Egli sa tutto. Egli è in me: mi ispira, mi conduce, mi sorregge».
La sua presenza fu indispensabile per la crescita della Congregazione e lo sviluppo della Famiglia Paolina. Don Alberione stesso lo riconosceva: «Meno forse rilevato è questo punto: come ella direttamente o indirettamente, e non solo con le molte preghiere, contribuì alle altre istituzioni della Famiglia Paolina… Ne sentiva le difficoltà, si allietava dello sviluppo, si informava; nell’ultima malattia ricordava e pregava» (CVV 264).
E additava sempre Maestra Tecla come esempio di fedeltà al volere di Dio: «Venerare sempre la parola della Prima Maestra e prenderla non solo come volontà di Dio, ma come fosse il pensiero del Primo Maestro, perché non ci sono due pensieri, ma uno solo che credo sia il pensiero e il desiderio di Dio… credo sia la via della santità per voi e per il progresso della Congregazione» (FSP54, p. 155).
Celebrando la memoria del suo ritorno al Padre, rinnoviamo l’impegno per far conoscere questa nostra Madre e invochiamo il suo intervento per ogni necessità. A questo scopo è stata preparata una traccia di “Novena” dal titolo Fidati di Dio, già tradotta nelle lingue principali, per chiedere grazie per intercessione di Maestra Tecla. Diffondiamo a piene mani e con entusiasmo questo piccolo ma prezioso opuscoletto per invitare il popolo a pregarla e a ricorrere alla sua intercessione, per ottenere il miracolo che attendiamo per la sua beatificazione.
Ricordiamo l’esortazione della prima Maestra: «Il Signore non ti dà ciò che chiedi, ma ciò che credi». Crediamo tutte insieme e chiediamo, attraverso la preghiera, di vivere dei suoi grandi amori: Gesù Maestro, l’Eucaristia, la Chiesa, il Vangelo annunciato a tutti i popoli con i nuovi linguaggi della comunicazione, fino al completo sacrificio. E a lei, affidiamo la preparazione del prossimo Capitolo generale, perché sia un evento ricco di grazia e di profezia paolina.
Con affetto.
sr Anna Maria Parenzan
superiora generale