Per tre giorni nella capitale nigeriana di Lagos l’occasione dei 50 anni del Cepacs, il Comitato Panafricano per le Comunicazioni Sociali, ha riunito vescovi e professionisti dei media per ridefinire gli obiettivi dell’organismo e attualizzare la presenza della Chiesa nel mondo digitale e multimediale e interrogarsi sul presente e futuro dei media africani.
Chiudendo gli intensi giorni di presentazioni, discussioni, suggerimenti e raccomandazioni provenienti dai vari vescovi africani e dai professionisti delle comunicazioni dell’Africa, il cardinale Fridolin Ambongo – arcivescovo di Kinshasa e presidente del Secam, il Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar – ha definito impossibile immaginare l’evangelizzazione in Africa senza contemporaneamente pensare alla comunicazione.
Un appello persistente dalla conferenza di Cepacs a Lagos è stato quello per la Chiesa in Africa di impegnarsi di più con la cultura digitale che è arrivata per restare e non può essere ignorata. La Chiesa in Africa come altrove deve confrontarsi con un paesaggio mediatico che ricorda una Babele senza guardiani, un contesto in cui i giovani, a volte inesperti, sono condizionati da influencer e creatori di contenuti che regnano sovrani.