La visita di Papa Benedetto XVI in Portogallo si è svolta dall’11 al 14 maggio. Egli è venuto come pellegrino a Fatima, nel decimo anniversario della Beatificazione di Giacinta e Francesco Marto.
Ha attraversato il paese dal centro al Nord trascinando una vera moltitudine umana. Nella profonda crisi in cui ci troviamo, «non solo economica, ma culturale e spirituale», tutti avevamo bisogno di «una parola di incoraggiamento e di stimolo».
Anche lui peró, in mezzo alla tempesta che colpisce la barca di Pietro, aveva bisogno di incontrarsi con la Madre di Gesú e avere una volta in piú la conferma che Dio accompagna la sua Chiesa. Lisbona, Fatima e Porto sono state lo scenario delle «impressionanti moltitudini umane» che si sono movimentate per ascoltare la parola del Pastore universale.
Sono state celebrazioni emozionanti, piene di allegria, di entusiasmo per la semplice presenza del Papa con il suo sorriso aperto e disarmante, la sua parola di speranza indicando vie di fedeltà a Cristo e apertura al dialogo con la società nella quale viviamo. A tutti ha chiesto di «imparare a stare in mezzo al mondo»: nella famiglia, nella cultura, nella politica, nell’attivitá sociale, come presenza irradiante di prospettiva evangelica.
Si è rallegrato con i giovani Io Credo per la testimonianza che danno a Cristo. Alle persone di cultura ha parlato della veritá e della bellezza come servizio che la Chiesa presta alla societá aprendo orizzonti nuovi di grandezza e dignitá. Ai sacerdoti e consacrati/e ha parlato di fedeltà e lealtà nella propria vocazione, come discepoli di Cristo. «La fedeltà nel tempo è il nome dell’amore: un amore coerente, vero e profondo a Cristo».
Ha chiesto agli agenti della pastorale sociale di mantenere la differenza nel modo di andare incontro ai bisogni rispettando la dignità della loro persona, difendendo la vita umana. Ha affermato che il servizio della carità, fin dai primordi della Chiesa è carisma dei laici, di tutti quelli che hanno un cuore che vede le necessità e agiscono di conseguenza, come il Buon Samaritano del Vangelo.
A Porto, diocesi in missione, Benedetto XVI ha invitato i cristiani a «essere preoccupati di quelli che non hanno fede, a dar sempre ragione della loro speranza, dire perché credono, sempre pronti a dialogare senza imporre nulla… anche se siamo pochi, siamo il sale della terra». Ha apprezzato e incoraggiato il piano dei Vescovi nell’area dell’impegno sociale, nella formazione del clero, chiedendo di essere sempre più pastori del popolo di Dio.
Il punto culmine e meta del pellegrinaggio è stato il santuario di Fatima: la preghiera del rosario nella cappellina delle apparizioni, mentre la piazza era illuminata dalle candele e dalla fede di 500.000 pellegrini. Nell’omelia del giorno 13 il santo Padre ci ha sorpresi tutti, affermando che «nella sacra scrittura Dio appare sempre alla ricerca di un giusto per salvar la città umana, lo stesso fa qui a Fatima: il messaggio di Fatima non è ancora concluso. Noi chiudiamo la porta, e Dio apre la finestra del cielo».
E adesso che il Papa è tornato a Roma, chi ha il coraggio dell’amore puó rispondere: sí, santo Padre, il messaggio continua oggi nella storia illuminandola, orientandola nei disegni di Dio; continua nella piccola storia di ognuno di noi, di chi accoglie la sfida di impegnare la sua vita per la salvezza della cittá umana.