Sono cresciuta in una caserma militare a Lagos, perché quando sono nata mio padre era nell’esercito nigeriano. Ho frequentato la scuola primaria e secondaria a Ikeja Cantonment (il nome della caserma). Ero un membro attivo dei gruppi parrocchiali della Legione di Maria e delle chierichette. Avevamo incontri settimanali e visitavamo famiglie e ospedali per pregare con il popolo di Dio come parte delle nostre opere di carità.
Quando le Figlie di San Paolo sono venute nella nostra parrocchia per una esposizione di libri, sono rimasta stupita nel vedere tanti volumi che non avevo mai visto prima. Il nostro parroco ha chiesto ad alcune chierichette di assistere le suore Paoline durante la vendita dei libri e noi lo abbiamo fatto volentieri. Dopo l’ultima messa, abbiamo avuto con loro il tempo per alcune domande sulla congregazione. Siamo state invitate a visitare la loro comunità. Non vedevamo l’ora!
Dentro il mio cuore sentivo che Dio mi chiamava a un tipo di vita diverso da quello dei miei genitori, ma lo tenevo per me. Nella nostra prima visita al convento di Orile, abbiamo notato che le suore avevano poche cose. Alcune si sono sedute per terra per dare a noi dei posti a sedere. Mi ha commosso la loro semplicità e la loro calda accoglienza.
Io e le mie amiche (chierichette) siamo andate altre volte a trovarle. Abbiamo avuto momenti di condivisione e di adorazione. Questi momenti speciali mi hanno aiutato a sentirmi a casa e a fare un miglior discernimento nella scelta di unirmi a loro. Ho manifestato loro il desiderio di entrare nella congregazione dopo aver terminato la scuola secondaria all’età di 16 anni, ma mi hanno chiesto di aspettare fino al compimento dei 18 anni. Sono rimasta in contatto con le Figlie di San Paolo fino a quando sono stata invitata al programma “Vieni e vedi”, che è durato da marzo a luglio 1997. Sono stata accettata per entrare nel prepostulato e inviata a Nairobi, in Kenya, per la formazione iniziale nell’ottobre dello stesso anno.
Con le mie compagne ho vissuto un viaggio arricchente dal prepostulato al noviziato. Alla fine del noviziato, ho pregato e chiesto alla mia formatrice (sr MaryAnn Kochakadan) di poter fare la prima professione a Lagos, soprattutto per la promozione vocazionale.
Prima di allora, le altre giovani avevano fatto la prima professione a Nairobi. Fortunatamente, il governo della delegazione me lo ha concesso e ho avuto così la gioia di essere la prima nigeriana a celebrare i primi voti nella comunità di Lagos. È stato un giorno semplice ma felice e memorabile per me, le sorelle, le aspiranti, la famiglia e gli amici.
Come professa temporanea sono stata inviata nella comunità di Lusaka, in Zambia, per tre anni prima di iniziare gli studi di Teologia al Tangaza College di Nairobi. Fino Città di Lagos ad allora, avevo fatto tre mesi di esperienza apostolica come postulante nella comunità di Nairobi e tre mesi a Kampala, in Uganda. Dopo la preparazione ai voti definitivi in Italia e la professione definitiva nel 2010, sono stata assegnata alla comunità di Abuja in Nigeria, dove ho vissuto e lavorato per dodici anni. Sono stata promotrice vocazionale, propagandista ed economa della comunità. La nostra casa editrice è stata fondata in Nigeria nel febbraio 2013 e ho lavorato in questo dipartimento fino ad oggi. Nel gennaio 2023 abbiamo trasferito i nostri uffici nella nuova casa apostolica di Ogba, a Lagos.
Essendo la prima vocazione che si è unita alla nostra congregazione dopo la riapertura della comunità delle Figlie di San Paolo di Lagos nell’aprile 1994, guardo al passato con molta gioia e gratitudine. Dio benedica tutte le nostre sorelle del Progetto Missionario che hanno permesso la riapertura della casa di Lagos; da allora ne sono seguite molte altre. Ringrazio tutte le missionarie che hanno vissuto e lavorato in mezzo a noi (alcune stanno intercedendo dal cielo).
I semi gettati attraverso le loro preghiere, la loro generosità, il loro impegno e il loro lavoro hanno portato buoni frutti: da una sola comunità a Delegazione dell’Africa occidentale. Dio sia sempre lodato!
Ogni giorno ringrazio Dio per avermi chiamata a essere una Figlia di San Paolo. Sono grata di aver detto SÌ al Signore attraverso la vita paolina, nonostante le mie debolezze, le sfide quotidiane e la fatica dell’apostolato. Non avrei mai potuto immaginare, da ragazzina cresciuta in caserma, quello che Dio aveva in serbo per me, ma sono felice che mi stia ancora conducendo sulle sue strade. Infatti, le vie e i pensieri di Dio non sono i nostri, ma i suoi piani sono sempre i migliori per noi.
Oluwakemi Matilda Akinleye, fsp