Rendere presente Dio nel mondo
Luca 2,1-14
Cos’è per noi il Natale se non una rinnovata consapevolezza di divenire sempre più un tutt’uno con la divinità che ci abita e quindi abilitati a rendere presente Dio nel mondo, ad incarnare Dio.
Celebriamo il Natale nella misura in cui la nostra vita diviene sacramento del Dio che s’è dilatato in noi, e dal momento in cui mettiamo in campo la vita nata, scaturita da questa unione: energie positive in grado di imbevere la storia, luce in grado di trasfigurare il presente, la libertà, l’intelligenza, la fiducia, la speranza, la capacità di volere e di fare il bene.
Vivremo il Natale nella misura in cui, da uomini e donne trasfigurate dal Dio in noi, diveniamo operatori di pace, quando contrasteremo il male col bene, quando rialzeremo chi è prostrato nella polvere, quando accoglieremo i reietti dai popoli, quando faremo dei limiti, le fragilità e le colpe degli altri non pretesto di violenza e separazione, bensì possibilità di abbraccio, perdono e occasione di rinascita.
Solo allora potremmo cantare nella santa notte: Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Tratto dalle omelie di don Paolo Scquizzato
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.