Natale del Signore 2024 / Anno Santo 2025
Carissime sorelle e giovani in formazione,
considerando quello che accade nel mondo, confesso di aver avuto la tentazione di non scrivere del Natale, in questo Natale violato da razzi, droni, bombe che stanno seminando morte e distruzione, perfino nella terra di Gesù.
Assistiamo, da spettatori, a scene drammatiche, a crudeltà inaudite; nella più totale impotenza vediamo bambini morire, popoli in fuga e paesi che non li accolgono: non c’è posto per loro… Proprio come accadde a quel Bambino che oggi contempliamo avvolto nelle fasce e adagiato, indifeso, nella mangiatoia.
Non possiamo, però, lasciarci vincere dalla rassegnazione e fare silenzio. Non possiamo permettere che il rumore assordante della morte ci lasci senza parole. Ancora una volta, in questo Natale, noi contempliamo e annunciamo la Vita che era “dal principio” e si è fatta carne, si è fatta storia in Gesù Cristo «e ha posto la sua tenda in mezzo a noi», come scrive Giovanni nel suo Prologo.
Lui, la Parola che è dall’eternità; lui, per mezzo del quale «tutto è stato fatto e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste» (cfr. Gv 1,1-3); lui, la cui scintilla di vita è incisa nelle fibre più profonde di ogni essere umano, in ogni popolo, in ogni cultura… ha assunto la debolezza e la precarietà della vita umana e sposta continuamente la sua tenda: tenda di nomade, tenda di esule.
Precede e accompagna. Dove noi spostiamo la nostra tenda, lui sposta la sua e fa rinascere la speranza di sempre nuovi inizi, invitandoci a fissare lo sguardo sulla gloria di Dio che brilla in ciò che non appare, a guardare il mondo con i suoi stessi occhi, il suo stesso pensiero, il suo stesso cuore.
Si realizzi per noi, in questo Natale, quanto don Alberione ci augurava nel 1955:
Fare il presepio è una grande e bella opera di pietà, ma prima di tutto il presepio va fatto in noi: deve nascere il Figlio di Dio incarnato nei nostri cuori, nelle nostre menti, in tutto il nostro essere.
Buon Natale e sereno Anno Nuovo, carissime, anche a nome delle sorelle del governo generale. Auguri alle vostre famiglie, ai collaboratori, agli amici, ai benefattori, ai fratelli e alle sorelle della mirabile Famiglia Paolina. Grazie per la vostra vita, per l’amore alla vocazione, per la passione con cui ogni giorno annunciate il Vangelo.
Con grande affetto, in comunione di gioia e di speranza.
sr Anna Caiazza
superiora generale