Grammatica della Quaresima
Figlio
A partire dalla vita…
La parola figlio ci richiama una relazione. Siamo sempre figli di qualcuno. Non siamo mai completamente separati dal mondo.
Essere figlio è una vocazione: siamo chiamati da sempre a condividere la vita con qualcun altro.
Siamo figli perché c’è sempre qualcuno che ci precede: la vita non inizia mai da noi. Essere figli vuol dire che la vita ci è stata donata.
Il figlio è il futuro, è la vita che continua. Ma proprio qui si annida il rischio: così come non possiamo controllare il futuro, allo stesso modo non possiamo controllare la vita di un figlio.
Ascoltando la Parola…
La Parola di Dio ci presenta molti modi di vivere la relazione tra genitori e figli: Dio chiede ad Abramo di sacrificare il figlio Isacco perché Abramo ha confuso il dono e il donatore. Nel cuore di Abramo c’è spazio solo per il figlio. Isacco diventa il centro della sua vita. Dio invita perciò Abramo a rimettere ordine nel suo cuore e a riconoscere che Isacco è un dono di Dio.
Giacobbe invece mostra una tale predilezione per il figlio Giuseppe al punto da suscitare l’invidia degli altri fratelli.
Maria infine sa accogliere quella dolorosa distanza che permette a Gesù di annunciare a tutti il Regno di Dio.
Dove possiamo trovare nella Bibbia la parola figlio?
- Gen 27,27:
Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l’odore degli abiti di lui e lo benedisse:
«Ecco l’odore del mio figlio
come l’odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
- Gv 19,26:
Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».
Domande per meditare
- • Come hai vissuto fino ad oggi la tua condizione di figlio?
- • Quanto spazio c’è per Dio nel tuo cuore?