nel giorno solenne di Pasqua la Sequenza ci fa proclamare, con stupore e commozione, lantico annuncio: «Cristo, mia speranza, è risorto!». E anche noi, allalba della nuova creazione, come Maria di Magdala, come Pietro e Giovanni, siamo costituite testimoni della vittoria della Vita sulla morte.
Il silenzio del sepolcro è stato infranto, la luce è brillata nelle tenebre illuminando ogni esistenza e ponendola sotto il segno della redenzione, della trasfigurazione nellamore.
La risurrezione di Cristo è promessa e premessa di liberazione da quellangoscia della morte che tormenta lumanità e compromette le stesse relazioni. Gesù Cristo ha portato sul suo corpo, nella tomba, tutte le violenze che gli esseri umani sinfliggono reciprocamente, tutte le rotture di dialogo, tutto lodio E ora, risorgendo alla vita, porta con sé i prigionieri della morte, risolleva i caduti, apre orizzonti nuovi di senso ai tanti che continuano a credere sperando e amando.
Dal sepolcro vuoto del mattino di Pasqua giunge fino a noi, oggi, linvito a non temere perché «Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello» (Sequenza), e la Vita ha vinto, anzi ha trionfato, per sempre. È questo, sorelle, lannuncio che siamo chiamate a proclamare attraverso la personale e comunitaria esperienza di risurrezione.
Se siamo risorte con Cristo, dobbiamo raccontare agli altri che la vita è più forte della morte. E dobbiamo farlo impegnandoci a costruire comunità fraterne e profetiche: dove il noi prevale sullio; dove si rinuncia ad affermare se stesse; dove ci si esercita nel perdono vicendevole; dove continuamente si apre e riapre il dialogo della carità; dove si condivide la fede e la speranza; dove si vive la compassione, soprattutto verso gli ultimi, verso quanti patiscono violenze e ingiustizie; dove si impara a guardare anche ai dolori dellumanità come alle «doglie del parto» (Rm 8,22) che stanno generando un mondo più bello, più vero, più giusto.
Come non cogliere i fremiti della vita nuova nella fiera dignità e nella voglia di futuro del popolo giapponese sconvolto dal terremoto e dallincidente nucleare, nella testimonianza audace delle minoranze cristiane perseguitate, nella domanda di libertà e di democrazia dei popoli africani e mediorientali
?
La risurrezione entra in questo modo nellesperienza quotidiana e produce frutti abbondanti di vita per tutti.
Carissime, siamo appena rientrate dallIndia, paese affascinante, variegato nelle sue culture e tradizioni, vivace, giovane. Lesperienza di profonda comunione vissuta con le sorelle mi ha portato tante volte a rivolgere un pensiero grato al Signore per ogni Figlia di San Paolo, per il desiderio di bene, lappartenenza, la fedeltà. Sono certa che ci avete accompagnate con la preghiera. Vi ringrazio con tutto i cuore.
Colgo anche loccasione per ringraziare ciascuna della sollecitudine e della preghiera per le sorelle del Giappone e della Costa dAvorio, e per le offerte inviate in risposta al mio appello per la pubblicazione della Bibbia in malgascio.
Il Signore ci doni di essere donne di comunione e di speranza, donne che, nellesercizio dellapostolato, «suonano potente la tromba della risurrezione» (don Alberione) per dire a tutti: Sì, ne siamo certe: Cristo è veramente risorto! (cfr. Sequenza).
Buona Pasqua, nella novità del Cristo risorto! Con affetto,
superiora generale