Ti basta la mia grazia!

Sr Loretta Toffoletti

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«Ti basta la mia grazia! La mia potenza si manifesta pienamente nella tua debolezza» (2Cor 12,9).
Loretta Toffoletti, fspComunità Roma RA (Italia)

Mi viene chiesto di scrivere la storia della mia vocazione in un momento in cui è venuta a mancare proprio la protagonista “fisica” che, con molta maestria e vivacità, ha accompagnato tutto il mio percorso vocazionale: sr Maria Pia Marcazzan.

Quando ho varcato per la prima volta la porta della libreria di Udine, una città situata al confine tra Italia e Austria, sono rimasta molto sorpresa per la sensazione di serenità e di pace che aleggiava nell’ambiente, più che nel vedere le suore “dietro a un bancone”. Mi muovevo quasi estasiata in ogni angolo della libreria, passai in rassegna ogni scaffale, presi in mano quasi tutti i libri esposti senza rendermi conto del tempo che passava. Gradivo molto persino il sottofondo musicale, e tutto mi sembrava così perfetto da sentirmi da subito a mio agio, come a casa mia. Finalmente soddisfatta e stupita allo stesso tempo nel sentirmi così serena, mi resi conto con intima gratitudine che nessuna sorella aveva interrotto quel momento così “salutare” per me, un momento di amicizia tra me e la libreria che mi portava lontano dal buio che avevo dentro e ripristinava in poche ore una pace interiore che non sentivo più da lungo tempo.

Sr Maria Pia capì che cercavo un interlocutore e trovò il modo per iniziare un dialogo di conoscenza. Da quell’incontro si instaurò da subito una sintonia tale che sciolse in me ogni remora, dimenticai la mia timidezza e ben presto la comunità delle Figlie di San Paolo divenne a tutti gli effetti la mia seconda casa. Mi piaceva molto frequentare le sorelle, ascoltare i loro racconti, aiutarle nelle piccole cose di casa; la fiducia che tutte avevano nei miei confronti mi faceva sentire molto libera in quell’ambiente. Folgorante fu per me l’incontro con la vita e gli scritti di Don Alberione, sentivo che ciò che leggevo mi nutriva e allo stesso tempo la sua figura mi attirava molto, lo elessi così “mio amico speciale”.

Parallelamente iniziai a frequentare anche il gruppo dei GEP (Giovani Evangelizzatori Paolini), sono stati due anni molto intensi; a cominciare dalle sempre nuove esperienze che facevo e che sorgevano dalla creatività inarrestabile di sr Maria Pia: mostre del libro, campi scuola, ritiri, missioni bibliche, feste-giovani, esperienze in libreria… non avevo mai avuto, fino a quel momento, la possibilità di un confronto diretto e amichevole con altri della mia età e così grazie a questa “vita di gruppo” molto intensa, tante insicurezze, barriere e paure si andavano sciogliendo lasciando spazio alla riscoperta di me stessa e dei valori quali l’accoglienza, la fiducia, il dialogo.

Alla base di tutto questo c’era una sempre maggiore conoscenza del Maestro: mi sentivo figlia di un Padre il cui cuore nutriva per me, da sempre, un amore infinito e fedele. Mi piaceva incontrarmi con lui e gioivo molto nel poterlo vedere e incontrare nell’Eucaristia, nelle veglie notturne organizzate o nella silenziosa cappella della comunità. Frequentando le Paoline, ho scoperto la bellezza della lettura della Bibbia, ma altrettanto bello era anche farne personalmente l’esperienza e riconoscere la voce di Dio che parla nella coscienza e rivela le risposte ai tanti interrogativi.

Ma tutto questo, dopo il primo anno, cominciava a non bastarmi più. Sentivo che Dio mi parlava ma io non capivo, questo mi faceva provare gioia e sofferenza allo stesso tempo. Gioia perché sentivo ormai certa la sua presenza e il suo amore per me, e sofferenza perché, raggiunta una tappa, volevo ancora di più. Tutto stava diventando relativo. Persino gli incontri col gruppo GEP mi lasciavano insoddisfatta. Sr Maria Pia molto probabilmente lo capì meglio di me. Mi invitò in libreria per aiutarla ad aprire i pacchi, a controllare le fatture, a preparare un incontro; cominciò a farmi scrivere articoli per giornalini, a farsi aiutare per l’inventario… Ricominciavo a respirare e a ritrovare il buon umore. Intanto, la Parola di Dio si faceva sempre più strada nel mio cuore e nei miei pensieri. «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia…» (Mt 6,33); «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente…» (Rm 12,2). Questi versetti si susseguivano nella mia mente continuamente, ogni volta che interrogavo il Signore, che tentavo di studiare, che pensavo al mio futuro…

Da lì a pochi mesi ebbi l’occasione, su inco13 raggiamento di sr Maria Pia, di “aiutare”, diceva lei, una radio che stava nascendo e che cercava persone che realizzassero un programma di recensioni di libri. Mi mise a disposizione la libreria invitandomi a scegliere qualche libro da presentare alla radio.

Quell’esperienza fu, secondo me, oltre che “illuminante”, anche la premessa alla mia vocazione paolina. Provare concretamente a leggere i libri, a scriverne le recensioni, a organizzarli per la trasmissione radio è stato per me capire le parole di Don Alberione nella sua pienezza. «Opporre stampa a stampa, radio a radio…», «Fare la carità della verità», «Risanare…». Presi coscienza che il mio desiderio era annunciare che solo in Dio si può trovare la vera gioia, dire alla gente che lui esiste veramente e che se era riuscito a cambiare la mia vita poteva sicuramente cambiare anche la loro. Come comunicare questo se non attraverso i mezzi di comunicazione che possono molto più di quanto può fare la mia voce? Cominciavo a invidiare tutto delle Paoline: la loro comunità, il loro lavoro, il loro modo di pregare…

Da lì a qualche settimana, col gruppo siamo partiti alla volta di Vicenza per partecipare alla Festa-Giovane organizzata annualmente dalla Famiglia Paolina. Quel giorno entrai in una confusione totale. Pensieri nuovi mi sorgevano nella mente, prendevo coscienza che volevo una vita diversa, che gli studi universitari e l’idea di una famiglia non mi bastavano più. Sarei stata felice solo se avessi fatto quello che facevano le Paoline, ma allo stesso tempo pensavo che con un carattere tutt’altro che espansivo questo fosse irrealizzabile. Non mi sentivo nemmeno in grado di fare molte cose che invece le Paoline facevano…

Quante difficoltà avrei incontrato? Sarei mai riuscita a correggermi, a eliminare tanti difetti? E come facevo a essere sicura che la mia fosse veramente una chiamata alla vita religiosa? E poi, se non dalle Paoline, dove? Questi e mille altri pensieri si affollavano nella mente. Verso sera, al saluto finale poco prima di salire sul pullman per il rientro nelle diverse città di provenienza, ci fu un ultimo segno. La consegna “da parte di Dio” di un suo messaggio per noi. Con sorpresa, mi resi conto di sentirmi molto emozionata nella scelta del biglietto. Salita sul pullman, a viaggio ormai avviato, visto che i miei amici dormivano, decisi di leggere il messaggio: «Ti basta la mia grazia! La mia potenza si manifesta pienamente nella tua debolezza» (2Cor 12,9). Quel messaggio si tradusse molto chiaramente nel mio intimo assicurandomi la presenza e l’invito del Signore a seguirlo. Mi sciolsi in un lungo e silenzioso pianto di commozione per l’amore infinito e il dono che Dio mi stava facendo.

Era il 21 marzo e il mio cuore viveva lo sbocciare di una nuova vita con un sentimento di amore, gratitudine e felicità indescrivibili.